Lo sconvolgimento climatico degli ultimi anni ha trascinato con sé squilibri vegetativi sempre più frequenti e marcati nei cicli colturali, specie nel periodo a cavallo tra l’estate e l’autunno. Ad oggi, l’adattamento colturale ai “ritorni di caldo” autunnali, al relativo abbassamento termico delle ore notturne e, soprattutto, al diminuire delle somme di luce, ha reso sempre meno virtuose specie come il Pomodoro e il Peperone, nelle varietà che meglio dovrebbero adattarsi al primo periodo autunnale della nostra regione.
Sovente gli operatori agricoli sono impegnati in una continua “lotta” ai fattori che rendono le piante sempre meno produttive, come le filature indesiderate, gli aborti fiorali, i palchi poco vigorosi e i conseguenti ridimensionamenti fitormonali, che ritardano l’entrata in produzione. Tra le soluzioni, in questo caso, si annoverano gli interventi frequenti con brachizzanti, di svariata natura chimica, come quelli di sintesi già utilizzati nella lotta a certe crittogame (Tebuconazole, ad esempio), o ancora attraverso gli induttori di resistenza che riducono la vigoria vegetativa in altezza.
È superfluo aggiungere che tali soluzioni, specie quelli a base di inibitori dello sviluppo, mortificano la vigoria dell’apparato riproduttivo di talune varietà sensibili di pomodoro, favorendo infiorescenze tozze e con pochi fiori per rachide.
La strategia di bilanciamento vegetativo deve infatti poter preservare le capacità riproduttive della coltura, esercitando al tempo stesso attività fortificante sui tessuti, limitando la crescita eccessiva degli internodi.
Oggi la possibilità d’introdurre biostimolanti congiuntamente ad una nutrizione adeguata, con rapporti bilanciati in Fosforo e Potassio per la fase riproduttiva, come nei formulati fortemente acidi e adatti per l’irrigazione con acque dure e/o terreni calcarei/alcalini (Pekacid, ICL), puri e privi di Na+ e Cl- ad altra assimilabilità (12.5.40, Tyler), può garantire una crescita proporzionata vegeto-generativa, con palchi ben biostimolati a livello fogliare. La biostimolazione può essere effettuata attraverso specialità ad azione attivante, contenenti amminoacidi e fitormoni di origine naturale, variamente integrati con macroelementi (Kaypower, Itaka – Maral NPK, Agriges).
Un esempio di tale protocollo è quello mostrato da un Proxy F1 a poco più di un mese dal trapianto (vedi foto allegate):
- riduzione progressiva dell’ultimo internodo;
- rinverdimento dei tessuti, con aumento della brillantezza delle foglie e della loro capacità fotosintetica;
- apertura, antesi e allegagione dei palchi presenti, con aumento della vigoria di quest’ultimi;
- spostamento dell’equilibrio di crescita, verso forme più generative della coltura.
Nel complesso piante ben ridimensionate rispetto allo standard di crescita attuale, fortemente influenzato dai ritorni di calore e dall’intensità luminosa sempre meno incisiva sullo sviluppo generativo delle tante colture di pomodoro presenti in tutta la fascia trasformata meridionale sicula.
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